Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): Vantaggi e Svantaggi

Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): Vantaggi e Svantaggi

Scopriamo insieme gli aspetti positivi e negativi di questa iniziativa sostenibile

Negli ultimi anni stanno nascendo sempre più Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Italia, rivoluzionando il modo in cui produciamo, condividiamo e consumiamo energia sostenibile. Abbiamo già spiegato in un precedente articolo cosa sono e come funzionano le CER; qui invece ci concentreremo sui vantaggi e gli svantaggi di partecipare alle Comunità Energetiche, con un esempio concreto per comprendere al meglio come l’adesione ad una CER possa influire sulla vita quotidiana e sulle bollette energetiche dei partecipanti.

Quali sono i benefici concreti per chi sceglie di aderire? Conviene davvero unirsi ad una CER? Scopriamo insieme perché sempre più persone decidono di entrare a far parte di queste innovative reti energetiche virtuali.

Comunità Energetiche Rinnovabili: di cosa si tratta?

Prima di analizzare i pro e contro della partecipazione alle Comunità Energetiche Rinnovabili, ricordiamo brevemente cosa sono e come possono essere create.

Si tratta di associazioni di cittadini e/o imprese che si impegnano nella produzione e nella condivisione di energia proveniente da fonti rinnovabili. Il fine ultimo delle CER è quello di produrre e consumare autonomamente energia verde a prezzi vantaggiosi, riducendo i costi in bolletta e le emissioni di CO2 oltre a ridurre il consumo energetico dalla rete nazionale prodotto con fonti fossili.

Per avviare una Comunità Energetica Rinnovabile, bisogna inizialmente attenersi ad una serie di step fondamentali:

  • Innanzitutto, bisogna identificare un’area adatta per l’installazione un impianto di medie dimensioni: può trattarsi di un condominio, un centro commerciale, un’azienda, un centro sportivo o di una qualsiasi altra attività che abbia spazio a disposizione per installare un impianto
  • Successivamente, è importante consultare i potenziali partecipanti al progetto e ottenere il loro consenso; i partecipanti possono essere dei semplici consumatori di energia oppure possono a loro volta installare un impianto fotovoltaico ad uso domestico di piccole dimensioni da 3kW a 10 kW, in questo caso si parlerà di prosumer (ovvero produttori e consumatori)
  • Una volta stabilita la partecipazione, è necessario individuare una figura giuridica che rappresenti la comunità; poiché le CER non possono avere finalità di lucro, vengono in genere costituite come associazioni non riconosciute o cooperative.
  • Infine, è essenziale definire la modalità di finanziamento degli impianti, che possono essere installati direttamente dai proprietari del tetto oppure dalla CER oppure da un soggetto terzo. In questo ambito va sempre considerata l’esistenza di finanziamenti a fondo perduto.

Quali sono i benefici della realizzazione di una CER?

La creazione di una CER comporta senza dubbio moltissimi vantaggi, che sia da un punto di vista economico, sociale o ambientale. Facciamo un approfondimento di seguito.

Vantaggi Economici

Oltre ai vari benefici sociali ed ambientali che analizzeremo di seguito, una CER è vantaggiosa soprattutto da un punto di vista economico. L’esempio che segue, pur essendo abbastanza semplice, ci permette di ragionare sulla convenienza della realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile. Consideriamo un piccolo impianto fotovoltaico da 6 kW realizzato da una famiglia, in una fascia climatica come quella nella provincia di Roma. Il costo iniziale per l’installazione di un impianto di queste dimensioni è di circa 8.000 €. La produzione annua teorica di un impianto di questo tipo ammonta a circa 5.964 kWh, di cui il 40% (2.386 kWh/anno) viene ipoteticamente autoconsumato dal prosumer (produttore-consumatore di energia), ovvero colui che ha sostenuto l’investimento iniziale per la realizzazione dell’impianto. Questo autoconsumo viene chiaramente valorizzato permettendo al prosumer di risparmiare una cifra considerevole, che avrebbe altrimenti speso per acquistare energia elettrica in rete. Nel nostro esempio, supponiamo che questa valorizzazione dell’autoconsumo ammonti a 0,29 €/kWh; il che significa che per 2.386 kWh/anno, il benefit totale ammonterebbe all’incirca a 700€. A questi 700€ risparmiati, e quindi di fatto guadagnati, va aggiunta un’ulteriore quota di Ritiro Dedicato (RiD), che ammonta all’incirca a 0,09€/kWh. Si tratta di un meccanismo regolato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) in Italia, che permette ai produttori di energia rinnovabile (come i proprietari di impianti fotovoltaici) di vendere alla rete l’energia che non viene autoconsumata ad un prezzo prestabilito, generando un ricavo aggiuntivo. Nell’ottica del nostro esempio, il restante 60% (3.578 kWh/anno) dell’energia elettrica prodotta di cui il prosumer non necessita viene condivisa all’interno della CER. Ciò vuol dire che il proprietario si avvale di ulteriori 322€/l’anno (0,09 x 3.578) grazie al ritiro della sua energia non consumata da parte del GSE. Questi sono per così dire gli incentivi/benefici standard ovvero quelli che si ottengono con qualunque impianto fotovoltaico; ma le Comunità Energetiche prevedono un ulteriore incentivo che viene erogato su tutta l’energia autoconsumata dai partecipanti alla CER e che consiste in un ricavo per ogni kWh prodotto e autoconsumato dai membri della comunità. Ipotizziamo, sempre nel nostro esempio, che la Comunità Energetica decida di ripartire l’incentivo nel seguente modo: 60% al prosumer e 40% al consumer. Prendiamo il caso di un incentivo di 0,12€/kWh per l’energia condivisa nella CER. Il prosumer guadagna quindi all’incirca altri 208€/anno ((0,12€/kWh x 3221 x 60%)), e il consumer 139€/anno. Questo ci permette di constatare due cose: La prima è che grazie alla partecipazione alla Comunità Energetica Rinnovabile, il tempo di recupero dell’investimento iniziale si riduce notevolmente per il proprietario-produttore grazie ai vari incentivi e risparmi che la CER offre; infatti, se senza aderire alla Comunità Energetica il payback per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico sarebbe di quasi 8 anni, grazie alla CER si ridurrebbe a meno di 7. Considerando poi un’aspettativa di vita di circa 20 anni per l’impianto fotovoltaico in questione, una volta passati i primi diciamo 7 anni e recuperato l’investimento iniziale, i restanti 12 anni sono tutti di guadagnato. La seconda è che il consumer, ovvero l’eventuale altra famiglia aderente alla CER del nostro esempio, guadagna praticamente 140€/l’anno senza minimamente contribuire all’investimento iniziale per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, grazie all’incentivo disponibile per il consumer. In breve, il prosumer risparmia quindi una cifra annua superiore ai 1.000€ grazie all’autoproduzione di energia elettrica e grazie alla partecipazione alla CER e agli incentivi dedicati. D’altra parte, per chi non possiede un impianto fotovoltaico (il consumer), la partecipazione alla Comunità Energetica offre comunque vantaggi tangibili: ad esempio, il risparmio sui costi fissi della bolletta, che possono ammontare a più di 100 € all’anno e che possono essere coperti grazie all’incentivo CER che, nel nostro esempio, è di circa 140€/l’anno. Se poi, in più, il consumer riesce anche a trovare un fornitore con tariffe ottimizzate e che possano fare al caso suo, un ulteriore risparmio di 300-400 €/l’anno è ulteriormente possibile. Naturalmente l’esempio che abbiamo citato è relativamente inverosimile, sia perchè prevediamo solo 2 partecipanti sia per la piccola dimensione dell’impianto, però ci permette di ragionare facilmente sul funzionamento e sui vantaggi di una CER da un punto di vista economico. Considerando il caso di impianti fotovoltaici più grandi, ad esempio da 40 kW o più, il risparmio e il ritorno sull’investimento diventano ancora più evidenti. In definitiva, l’adesione ad una CER non solo accelera il recupero dell’investimento in impianti fotovoltaici, ma permette anche di ottenere ulteriori benefici economici a lungo termine. Con una vita media di un impianto fotovoltaico di circa 20 anni, questo significa che i primi 7-9 anni serviranno a ripagare l’investimento iniziale, mentre i restanti anni garantiranno un guadagno netto sia per il proprietario che per i partecipanti (consumers), rendendo la partecipazione a una CER una scelta economicamente vantaggiosa e sostenibile. Di seguito due schemi che rappresentano, in modo puramente indicativo, quanto detto in questo punto:

 

Vantaggi Ambientali

Entrare a far parte o avviare una comunità energetica significa abbracciare un approccio di produzione energetica sostenibile, che si basa prevalentemente sull’uso di fonti rinnovabili, come gli impianti fotovoltaici. Questo approccio non solo riduce significativamente l’impatto ambientale sull’area circostante, ma contribuisce anche ad un’importante diminuzione delle emissioni di CO2, favorendo la lotta al cambiamento climatico. Oltre alla riduzione delle emissioni di gas serra, una comunità energetica rinnovabile promuove l’uso responsabile delle risorse naturali, riducendo la dipendenza da combustibili fossili e contribuendo alla conservazione della biodiversità. L’energia prodotta localmente diminuisce la necessità di trasporto dell’energia su lunghe distanze, riducendo le perdite di energia e l’inquinamento legato alla distribuzione tradizionale. L’adozione di tecnologie pulite all’interno di una CER può stimolare l’innovazione e l’economia locale, creando nuove opportunità di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e promuovendo uno sviluppo sostenibile a lungo termine. Questo tipo di comunità, quindi, non solo migliora la qualità dell’aria e dell’ambiente, ma contribuisce anche alla costruzione di un futuro più verde per tutti i suoi membri.

Vantaggi Sociali

Dal punto di vista sociale, una Comunità Energetica Rinnovabile può esercitare un’influenza significativa sul territorio, generando effetti positivi sia sulla qualità della vita locale sia sui livelli di autonomia energetica di una determinata zona. Questo tipo di iniziativa offre vantaggi che possono essere equamente distribuiti, garantendo benefici anche alle famiglie meno abbienti. Inoltre, la partecipazione ad una CER può favorire la coesione sociale, rafforzando i legami all’interno della comunità e promuovendo un senso di appartenenza e solidarietà. In tal modo, la comunità intera diventa più resiliente di fronte alle sfide energetiche e ambientali, creando un ciclo virtuoso di sostenibilità e benessere collettivo.

Quali sono i possibili svantaggi delle CER?

Nonostante i numerosi vantaggi, la realizzazione e gestione di una Comunità Energetica Rinnovabile non è priva di ostacoli. È importante considerare alcuni aspetti critici che potrebbero influenzare la decisione di partecipare o investire in una CER. Di seguito, esaminiamo i principali limiti associati a questa iniziativa:

  • Tempi legislativi estesi: La realizzazione di una CER richiede l’adempimento di numerosi passaggi burocratici, che spesso si traducono in tempi lunghi per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie. La complessità delle normative, che può variare da regione a regione, aggiunge un ulteriore strato di difficoltà. Le procedure per la costituzione legale, la registrazione delle componenti energetiche e l’ottenimento delle licenze necessarie possono richiedere mesi, rallentando significativamente l’avvio effettivo del progetto.
  • Investimenti iniziali elevati: Uno dei principali costi associati alla creazione di una CER riguarda il collegamento alla rete elettrica nazionale. Questo processo non solo richiede infrastrutture adeguate, ma anche investimenti significativi per realizzare connessioni stabili e sicure. I costi per il collegamento possono variare notevolmente in base alla localizzazione della CER e alla distanza dalla rete elettrica esistente, rendendo alcuni progetti particolarmente onerosi.
  • Tariffe per l’accesso alla rete: Oltre ai costi di realizzazione delle infrastrutture, vi sono anche tariffe specifiche da pagare per l’accesso alla rete. Queste tariffe possono rappresentare una parte significativa del budget complessivo, soprattutto per le comunità più piccole o meno sviluppate.
  • Gestione delle risorse: Coordinare la produzione, distribuzione e consumo di energia all’interno di una CER richiede l’implementazione di sistemi avanzati di gestione dell’energia. Questi sistemi devono essere in grado di monitorare in tempo reale l’andamento della produzione e dei consumi, prevedendo le fluttuazioni e ottimizzando l’utilizzo delle risorse disponibili. La complessità tecnica di questi sistemi può rappresentare una sfida significativa, richiedendo competenze specialistiche e software dedicati.
  • Formazione e coinvolgimento: Un altro aspetto critico è la necessità di formare i membri della comunità sulle modalità di funzionamento della CER e sui benefici che ne possono trarre. Un basso livello di coinvolgimento o una scarsa comprensione delle dinamiche della comunità energetica può portare a un utilizzo inefficace delle risorse e a una riduzione dei benefici complessivi. È quindi fondamentale investire tempo e risorse nella sensibilizzazione e formazione dei partecipanti.

Comunità Energetiche Rinnovabili: Conclusioni

Nonostante la realizzazione di una CER comporti anche diversi ostacoli, come i tempi legislativi prolungati o gli alti costi onerosi legati sia al collegamento alla rete nazionale che alla realizzazione stessa dell’impianto fotovoltaico, con una pianificazione adeguata e un’attenzione particolare alla gestione dei costi e dei tempi, la partecipazione ad una Comunità Energetica Rinnovabile può trasformarsi in una scelta altamente conveniente e sostenibile, contribuendo non solo al benessere economico dei membri, ma anche alla tutela dell’ambiente e al rafforzamento del tessuto sociale delle comunità coinvolte.

Esiste inoltre un contributo a fondo perduto del 40% promosso dal PNRR che favorisce la costituzione di CER nelle comunità con un numero pari o inferiore a 50.000 abitanti, riducendo enormemente il costo iniziale, dato che permette di ottenere un contributo (e quindi un risparmio) del 40% sul costo iniziale degli impianti della CER.

Se possiedi un agriturismo, un’azienda agricola, o in generale hai a disposizione ampi spazi, come grandi tetti, e sei situato vicino ad una cabina primaria che serve un’area più ampia e/o comuni più grandi, la realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile può offrire vantaggi significativi anche se la tua attività si trova in una zona periferica o in una valle.

In questo modo, l’energia prodotta dal tuo impianto può essere condivisa con i residenti dei comuni limitrofi, creando un enorme beneficio economico sia per la tua attività che per l’intera comunità. Questo tipo di integrazione all’interno di una CER amplifica il ritorno sull’investimento, rendendo la partecipazione ancora più conveniente e sostenibile.

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